venerdì 14 gennaio 2011

Acr e Udc.. avviano una collaborazione.. in favore dei GIOVANI.. LOMBARDI/MILANESI... "Riflessioni.. Milanesi.." Ciao Vuoi collaborare..? ma dai?!









Care Amiche e Cari Amici , inoltro per una vostra riflessione il contributo preparato dall'amico Massimo Gargiulo che trovo utile e interessante.

I migliori saluti.

Pasquale Salvatore

I dieci anni che cambieranno Milano
La crescita del numero di stranieri che, soprattutto a partire dagli ultimi 20 anni, hanno scelto o sceglieranno di risiedere nella nostra città è destinata a modificare radicalmente il volto politico e sociale di Milano nel giro dei prossimi dieci anni.
A fronte di una popolazione residente che nel 1990 era di 1.432.184 persone, Milano contava “soltanto” 39.729 stranieri, pari al 2,8% degli abitanti della città.
A fine 2009, secondo i dati forniti recentemente dal Settore Statistica del Comune, i residenti ufficiali in città sono scesi a 1.306.561 e di questi ben 199.372, pari al 15,3% sono stranieri ufficialmente residenti.
Se poi consideriamo che l’Indice di vecchiaia (che indica il rapporto tra gli ultra 65enni e i minori di anni 14) degli italiani residenti in città è arrivato nel 2009 a 238,5, mentre quello degli stranieri è soltanto di 12,1 (tanto è vero che più di 1 minore su 5 minori residenti in città è straniero: di questi circa il 95% tra quelli di età 0-5 e circa il 65% di quelli di età 6-13 anni è nato in Italia), comprendiamo facilmente quali cambiamenti questi fattori demografici, unitamente al proseguimento dei flussi di immigrazione, ha già determinato e determinerà ancora di più nei prossimi anni per la popolazione milanese.
La conseguenza di tutto ciò è che, secondo il Settore Statistica del Comune, i residenti ufficiali a Milano sono destinati, sulla base di un’ipotesi media, a scendere nel 2020 a 1.292.220 e di questi ben 314.539, cioè 1 su 4, saranno stranieri (per poi salire a poco meno di 1 su 3 nel 2028).
Nel 2015, l’anno dell’Expo, l’Indice di vecchiaia degli italiani residenti a Milano salirà a 258 (per salire nel 2028 fino a 361,9), mentre quello degli stranieri salirà soltanto a 13,2 (per arrivare a 42,2 nel 2028). Questo comporterà che l’Indice di carico sociale anziani (che indica il rapporto tra gli ultra 65enni e la popolazione in età 15-64 anni) degli Italiani residenti a Milano, attualmente a 46, salirà nel 2015 a 50,4 (per arrivare nel 2028 a 54,1), mentre lo stesso indice, che è attualmente 2,7 per gli stranieri, arriverà nel 2015 a 3,3 (per salire a 10,6 nel 2028).
Fenomeni analoghi si registrano in molte altre città italiane ed europee e ovunque si cerca con molta fatica e con molte difficoltà, rese più difficili dalla crisi economica che investe il nostro continente, di dare soluzione al problemi economici e sociali che una cosi forte presenza di stranieri comportano in materia di integrazione, diritti civili, scuola, casa, lavoro, sanità e servizi sociali.
A Milano e nell’intera area metropolitana milanese questo fenomeno risulta particolarmente rilevante, ma la ricerca delle soluzioni su come gestirlo non sembra in cima alle priorità del dibattito politico e dei programmi dei partiti in questa vigilia di campagna elettorale. Eppure i nuovi livelli di competitività economica e di benessere dei milanesi, presenti e futuri, passeranno inevitabilmente dalla capacità del comune di Milano e dell’area metropolitana milanese di farsi carico dei problemi dei loro abitanti, in gran parte cittadini o futuri cittadini, stranieri.

Massimo Gargiulo
Presidente Burson-Marsteller

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